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Abstract

Molti studi analizzano il rapporto tra produzione agricola ed emissioni di gas serrra. Nella quantificazione dell’impatto ambientale del settore aagroalimentare, in termini di gas serra, si sta affermando la metodologia del Life Cycle Assesment (LCA) normata dalle ISO 14040 e 14044. Tra i diversi i risultati, l’analisi LCA determina l’Impronta Carbonica (C Carbon Footprint), derivante dagli utilizzi di materia ed energia nelle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione, consumo e smaltimento di un prodootto agroalimentare. La metodologia LCA considera l’attività agricola come un processo industriale e, concentrandosi sulla determinazione delle emissioni per i singoli fattori immessi nei processi produtt tivi e non considerando l’intrinseca capacità delle strutture agro-ecosistemiche di assorbire CO2. Sarebbe opportuno tenere in consiiderazione l’enorme varietà di comportamento dei sistemi suolo-pianta determinata dalla molteplicità delle categorie colturali e pedoclimatiche, dall’aleatorietà dei diversi fattori che influenzano l’attività fotosintetica e dalle diverse modalità di gestione tecnica dei processi. A questo proposito la metodologia del Bilancio Ecologico (Ecological Balance), ideato per stimare l’impatto ambientale - e quindi la sostenibilità - dei processi di produzione e consumo che insistono su un territorio, sembra prestarsi, con le dovute modifiche, all’analisi delle performance ambientali di un sistema di produzione agricolo. Il presente contributo propone un primo test di applicazione di tale approccio alla valutazione del bilancio ambientale delle coltivazioni agricole, illustrando la metodologia di valutazione e una prima applicazione empirica alla coltivazione del frumento duro.

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